Un borgo disabitato incastonato in una grotta paleolitica, dove il tempo sembra essersi fermato. Siamo in Sicilia, in provincia di Trapani. E qui si trova uno dei più particolari scorci che costellano il territorio italiano. Questo perché Mangiapane non è un borgo nel vero senso della parola, ma è una delle caverne delle Grotte di Scurati, a Custonaci, abitate fin dalla notte dei tempi.
Alta 70 metri e profonda 50, la grotta Mangiapane fu «scoperta» dai nostri antenati nel Paleolitico superiore. I primi studi sono stati condotti dal marchese Guido Dalla Rosa nel 1870 e da Raimond Vaufrey nel 1925. E oltre a reperti rupestri, qui sono stati rinvenuti denti e ossa di animali, selci lavorate e ossidiana, oggi conservati nei musei Pepoli di Trapani e della Torre di Ligny, nonché a Parigi.
Questo rifugio preistorico è stato trasformato in un micro-borgo nell'Ottocento ed è stato abitato fino ai primi Anni 50 dai Mangiapane, famiglia siciliana di agricoltori e pescatori che all’interno della grotta ha costruito delle piccole abitazioni ma anche una stalla per gli animali, un forno a legna e una cappella. Insomma, l’essenziale per condurre una vita semplice di fronte al panorama mozzafiato del Golfo di Erice.
Le case dei Mangiapane sono state restaurate. Ma in questa grotta tutto è rimasto come era un secolo fa, permettendo ai visitatori di tornare indietro nel tempo e conoscere la vita quotidiana degli abitanti del villaggio, a partire dagli antichi attrezzi da lavoro. Insomma, un Museo vivente dei mestieri, visitabile da aprile a novembre, dalle 10 alle 19 al costo di 3 euro.